Anemia Falciforme: quali sono le aspettative di vita?

di | 26 Ottobre 2023
donna preoccupata aspettativa di vita

L’anemia falciforme è un disordine genetico ereditario, caratterizzato da una mutazione dell’emoglobina, la molecola responsabile del trasporto di ossigeno nei globuli rossi. Questa condizione, diffusa prevalentemente nelle popolazioni di origine africana, mediterranea, mediorientale e asiatica meridionale, rappresenta una sfida clinica e sociale significativa.

La mutazione dell’emoglobina determina la formazione di globuli rossi rigidi e a forma di falce, (da cui deriva il nome di questa malattia) i quali possono arrivare ad ostruire i vasi sanguigni, interrompere il regolare flusso di sangue, e causare diverse complicazioni.

I sintomi principali includono episodi di dolore, anemia, tachicardia e suscettibilità ad infezioni. Per diagnosticare la condizione, è possibile ricorrere a vari test, tra cui lo screening neonatale, l’emoglobina elettroforesi e l’analisi del DNA.

Nel prosieguo dell’articolo, verranno approfonditi gli aspetti legati all’aspettativa di vita dei pazienti affetti da anemia falciforme. Inoltre, saranno presentate le terapie attuali e in fase di sviluppo, che possono contribuire a migliorare la qualità e la durata della vita di queste persone.

Comprendere la Fisiopatologia

Per un’appropriata comprensione dell’aspettativa di vita in pazienti affetti da anemia falciforme, è essenziale avere una chiara panoramica della fisiopatologia di questa patologia. Come dicevamo questa forma di anemia, origina da una mutazione nel gene che codifica l’emoglobina, una proteina contenuta nei globuli rossi responsabile del trasporto di ossigeno. Questa variazione genetica porta alla formazione di un tipo aberrante di emoglobina, definita “emoglobina S” o “HbS”.

L’HbS si differenzia dalla forma comune di emoglobina mediante una caratteristica peculiare: quando rilascia l’ossigeno ai tessuti del corpo, essa tende a polimerizzare, formando strutture rigide e insolubili note come “fibre di emoglobina”. Questi aggregati alterano la fisionomia dei globuli rossi, conferendo loro un’aspetto simile a quello di una falce o una mezzaluna.

Gli eritrociti “falciformi” sono più rigidi, più fragili, e hanno una vita più breve rispetto a quelli normali — tutte caratteristiche che contribuiscono all’insorgere dell’anemia tipica di questa malattia.

Inoltre, la loro forma anomala li rende incapaci di fluire liberamente attraverso i vasi sanguigni più minuti del corpo, dando luogo a episodi di blocco del flusso sanguigno, noti come “crisi vaso-occlusive”. Questo ostacolo può provocare dolori intensi e danni a livello di organi e tessuti, poiché la fornitura di sangue e, conseguentemente, di ossigeno, risulta impedita. Questi fattori complessivamente delineano le manifestazioni cliniche tipiche e le complicazioni associate all’anemia falciforme.

Aspettativa di vita dell’Anemia Falciforme

L’anemia falciforme presenta una varietà di complicanze che possono avere un impatto significativo sull’aspettativa di vita dei pazienti affetti. Tuttavia, con le recenti innovazioni nella cura e gestione della malattia, si è osservato un miglioramento dell’aspettativa di vita.

Uno studio condotto dal New England Journal of Medicine nel 2010 ha mostrato che l’aspettativa di vita dei pazienti con anemia falciforme è sensibilmente aumentata negli ultimi decenni.

L’età mediana alla morte per i pazienti con anemia falciforme si è allungata da 42 anni per gli uomini e 48 anni per le donne nel 1994, a 54 anni per gli uomini e 59 anni per le donne nel 2005. Tuttavia, la durata della vita dei pazienti varia in base al tipo di anemia falciforme e alla presenza di fattori genetici o ambientali che possono complicare ulteriormente la malattia.

Le complicanze dell’anemia falciforme che influenzano l’aspettativa di vita includono crisi vaso-occlusive, infarti ossei e splenomegalia, causati dalla riduzione del flusso sanguigno agli organi e ai tessuti. Questo può determinare danni e cicatrizzazione agli organi interessati, contribuendo alla diminuzione dell’aspettativa di vita. Inoltre, i pazienti con anemia falciforme sono a maggior rischio di infezioni e sepsi, poiché il sistema immunitario potrebbe essere compromesso dalla malattia stessa.

Anche se la durata media della vita per i pazienti con anemia falciforme rimane inferiore a quella della popolazione generale, l’aspettativa di vita può essere notevolmente migliorata attraverso un adeguato monitoraggio e trattamento delle complicanze, come la somministrazione di farmaci mirati, la terapia con ossigeno e l’uso di antibiotici per prevenire infezioni. Allo stesso modo, la ricerca continua e i recenti sviluppi nella terapia genica e nelle cure specifiche per l’anemia falciforme offrono una luce di speranza per un ulteriore miglioramento dell’aspettativa e della qualità di vita dei pazienti affetti da questa patologia.

La qualità della vita con l’anemia falciforme

Come abbiamo già spiegato nei paragrafi precedenti, l’anemia falciforme può influire notevolmente sulla qualità della vita dei pazienti affetti, poiché tale malattia comporta una serie di sfide fisiche, emotive e sociali rilevanti per il soggetto che ne è affetto.

A livello fisico, le persone affette da anemia falciforme possono sperimentare episodi di dolore acuto e persistente dovuto alle crisi vaso-occlusive. Questo dolore può limitare la mobilità e le attività quotidiane, rendendo difficile per i pazienti condurre una vita normale. Inoltre, la fatica dovuta all’anemia, può ulteriormente limitare le capacità fisiche e la resistenza, aumentando la sensazione di debolezza e spossatezza.

Emotivamente, l’anemia falciforme può portare a sentimenti di isolamento, ansia e depressione. La malattia può far sentire i pazienti diversi dai loro coetanei e imporre restrizioni nella partecipazione a eventi sociali, sportivi e ricreativi. Inoltre, l’ansia riguardo ai problemi a lungo termine causati dalla malattia può influenzare la salute mentale e lo stato emotivo dei pazienti.

Socialmente, l’anemia falciforme può impattare le relazioni personali, la carriera e l’istruzione. Le frequenti assenze da scuola o dal lavoro a causa dei sintomi e dei trattamenti possono compromettere il rendimento accademico e le opportunità professionali. Inoltre, le difficoltà nel gestire la malattia possono creare tensioni nelle relazioni familiari, di coppia e di amicizia.

Tuttavia, è importante sottolineare che la qualità della vita può essere migliorata attraverso un efficace trattamento e supporto. La terapia del dolore, la gestione delle complicanze, e il counseling psicologico, possono aiutare i pazienti a far fronte alle sfide fisiche ed emotive. Inoltre, il supporto da parte della famiglia, degli amici e delle reti di sostegno specifiche può contribuire notevolmente a migliorare la qualità della vita delle persone affette da anemia falciforme.

Progressi nelle Terapie

Nei recenti anni, si sono fatti significativi progressi nello sviluppo di terapie per l’anemia falciforme, offrendo ai pazienti una gamma più ampia di opzioni per gestire la malattia, e migliorare la propria qualità di vita.

Le trasfusioni di sangue periodiche sono una terapia comune per i pazienti con questa forma anemica. Queste aiutano a ridurre la percentuale di emoglobina S nel sangue, il che diminuisce la probabilità di formazione di cellule falciate. Anche se efficaci, le trasfusioni di sangue portano con sé il rischio di sovraccarico di ferro, che deve essere sempre controllato e gestito.

Per quanto riguarda le opzioni farmacologiche, l’idrossiurea è un farmaco comunemente usato che aiuta a ridurre la frequenza delle crisi vaso-occlusive e dei ricoveri ospedalieri. Più recentemente, sono stati approvati nuovi farmaci come il voxelotor, che aumenta l’affinità dell’emoglobina per l’ossigeno, riducendo la formazione di cellule falciate; e la crizanlizumab, un anticorpo monoclonale che previene gli episodi di crisi del dolore.

Il trapianto di midollo osseo, benché sia un’opzione più invasiva e rischiosa, offre la possibilità di una cura potenziale. Questa procedura sostituisce il midollo osseo malato con midollo sano da un donatore compatibile, consentendo al corpo del destinatario di produrre sangue sano. Tuttavia, i rischi associati alla procedura, tra cui l’insorgenza di una malattia chiamata “rigetto del trapianto”, e la difficoltà nel trovare un donatore compatibile, limitano l’uso di questa opzione a casi selezionati.

Infine, la terapia genica rappresenta un’area in piena e costante evoluzione, anche se molto promettente nel trattamento dell’anemia falciforme. Questo approccio si propone di correggere o sostituire il gene mutato responsabile della malattia, potenzialmente fornendo una cura definitiva.

Questi progressi terapeutici non solo forniscono una maggiore speranza per una vita più lunga e più sana per i pazienti con anemia falciforme, ma migliorano anche la loro qualità di vita, permettendo una migliore gestione del dolore e una riduzione delle complicanze associate alla malattia.